Monday 31 December 2007

Che passa.

Il figliol prodigo, dopo avere sperperato tutti gli averi tornò alla casa del padre e chiese di essere preso come il più umile dei servitori, ma il padre, felice, lo accolse e chiese che venisse immolato il vitello più grasso.
Il figliol prodigo,  fece presente che tutto ciò non era cool e lui era vegetariano.
Il padre, paziente fece allora immolare il cespo di lattuga più verde.
Questo succedeva altrove. Quando io entrai in casa, i miei regali genitori e il mio regale fratello (altresì detto “il piccolo principe”) mi vennero incontro felici sventolando palme, ramoscelli di ulivo ma sopratutto 3 arancine. Era notte fonda, il cielo era limpido, ancora una volta ero a casa.
Il giorno dopo esco a leggere la città: mesi fa m’avevano stupito dei graffiti  sfondo razzista di "forza uova".
A distanza di pochi mesi accanto alla scritta: “fuori i Romeni dai nostri quartieri” una mano ha aggiunto  un laconico “seeee e po ci cummatti tu cu me nanna” ovvero “Certo: e poi vieni tu a badare a mio nonno!”.
In piazza hanno messo degli altoparlanti, il primo giorno diffondevano canzoncine di Natale. L’ascolto prolungato di jingle bells, ovviamente, stimola istinti omicidi in chiunque.Non l'avrò pensato solo io perchè il giorno dopo la musica era cambiata:Le colonne sonore dei western di Sergio Leone, stonano con  le chiese barocche attorno, ma non con  le ambizioni da giustiziere dei vecchietti che sussultano ad ogni botto provocato dai chiattiddi (teen-agers) autoctoni.
I nonni hanno una memoria che inizia a perdere colpi. Sarà, ma chissà perché i pastorelli, di anno in anno, hanno sempre le stesse posizioni ed espressioni.
Sempre uguali a loro stessi. Un po’ come i nostri Natali, un po’ come noi, ma in fondo non è così male.
A un certo punto mi sembra di vedere il mio primo capello Bianco. Poi per fortuna capisco che era solo  della farina  del presepe.
E ancora, un altro anno è passato.
Come misuri il tempo? Un anno sono 365 giorni: un giro di ruota del pianeta, fanno circa 200 litri di birra in fondo è poco tempo.
Sono migliaia di puntali sulle pipette e esperimenti che non finiscono mai.
Un anno è felicità,  pianti, persone scomparse e altre trovate.  E' un altro anno ad essere, cambiare e intanto aspettare , che il prossimo anno, o quello dopo, sia l'anno migliore.
Un anno, in fondo è solo un anno, passa presto. 
Buon anno a tutti!!!

Tuesday 18 December 2007

Storia di un ormone con due spalle cosi’.

-Ma ti ricordi i tempi in cui salivamo in montagna con gli scout?
Avremo avuto una decina di anni e, quando non montavamo tende nei letti di fiumi che erano secchi (fino al momento in cui veniva messo l’ultimo picchetto), cancellavamo pitture rupestri dalle grotte o costringevamo anziani donnini ad attraversare di fretta (perche’ era rosso per i pedoni), facevamo “la pignalorata” che consisteva nel bersagliare con pigne le guide che salivano lente con la strada a tornanti mentre noi (giuovini cavalieri) ci consideravamo abili arruolati nella guerra contro i principali nemici dei bambini di quell'eta': i draghi, i cattivi dei Gormiti e le donne.
-Eh si, ricordo ancora il suono delle pigne sul selciato.
Anni dopo, con qualche ormone in piu’ la guerra sarebbe stata irrimediabilmente perduta e la vendetta consumata.
-Sapevo allora che nella mia montagna c’era una zona detta detta la "piazzetta dell’amore" e me la immaginavo come una piazzetta a forma di cuori da dove vedere quello che si potrebbe definire “le doux coucher du soleil” (tramonto) tenendosi teneramente le mani.
Quando, anni dopo, mi persi con un gruppo di lupetti e, attraversando la golden street (o era goldon street) giungemmo in una piazzetta piena di fazzolettini, non mi stupii nemmeno troppo.
Sostiene il mio amico, che forse la vita si possa dividere in due fasi la preistoria: quando l’ometto non sapeva comunicare, disegnava sui muri e conduceva una vita semplice, ma felice.
...e la storia. In cui l’uomo comunica, ma non riesce a farsi comprendere e poi anche le storie piu’ belle finiscono, magari con una telefonata. Nel mezzo ci sono solo gli ormoni della puberta'.
Capisco che e’ ora di cambiare discorso.
- Ti ho mai raccontato di quella volta che ero a Brodway e di come riuscivo a comunicare con tutto il pubblico?
Il mio amico, spiazzato e incuriosito esce dai suoi pensieri pesi e mi chiede.
- Davvero hai recitato a Brodway?
- Chi ha mai detto che ho recitato?
Nell Off-Brodway a volte si puo’ fare la maschera: si indicano i posti agli spettatori e in cambio si puo' vedere gratis lo spettacolo.
Ride. Si de' distratto, qualunque cosa triste avesse pensato sembra lontana.
Forse l'uomo non e' fatto per pensare.
Non siamo insensibili, siamo distratti. Ma a volte la distrazione e' un vantaggio: ci rende piu' vicini alla felicita' preistorica (il che spiega perche' ci compiaciamo dopo certi ruttoni).
Ora volevo finire questo post svelandovi il segreto della vita.
Ma nella stanza accanto c'e' qualcuno che gioca con un pallone e mi tocca andare a prenderlo a calci (il pallone).

Monday 10 December 2007

In viaggio

Parlo col mio capo in inglese, con la tecnica che mi aiuta e la studente si discute in spagnolo, comprendo la gente che attorno a me parla in francese, coi miei parlo in italiano.
Anni fa non avrei mai immaginato tutto cio’.

Partendo per la Germania lo zaino era super pieno, nella mia mente c’era un sacco di spazio per imparare entusiasticamente e nel mio cuore c’era tanta voglia di costruire qualcosa.
Allora parlavo troppo, pensavo poco cosi’, poche cose potevano ferirmi.
E pensare che conoscevo solo le frasi di inglese scolastico e una di queste (“the window is open”) non serviva a niente visto che fuori faceva c’era neve da mesi e le finestre erano sempre chiuse.
L’altra frase era: “the penis on the table”....

Ero un cervello in fuga, ma nel mio caso le parole “cervello” e “fuga” erano sbagliate.
Cervello era una parola eccessiva; fuga era imprecisa.
Scoprire che c’era un intero mondo oltre le montagne da piccolo era stato eccitante.
In quel mondo scoprivo che cucinare delle ricette "semplici" poteva farti guadagnare la stima (adesso la chiamo cosi?) di valchirie da lunghi capelli.
Apprendevo che fare le pulizie di casa e’ pesante (e frequentare donne calve faciliterebbe le faccende domestiche).
Imparavo che i parametri di sempre andavano cambiati:  a volte, anche se il cielo fuore e’ blu,  s’incagghiano i cardiddi  che congelano col freddo.
Parimenti, quando mi sentii toccare dietro seguendo i miei pre-giudizi sospettavo orgoglioso della procace scandinava, ci rimasi male a scoprire invece che era stato l’indiano segaligno.
E imparai a quanto la diistanza amplifichi tutto: se una mamma chiede come va, la risposta deve essere positiva e entusiasta, per non farla preoccupare. Oggi ci sono le webcam, e’ piu’ difficile.

Sono stati anni intensi. Sono cresciuto. Oggi parlo poco, probabilemente penso troppo, poche cose possono ferirmi.
Forse fra un po’ dovro’ ripartire per una  nuovo posto che ancora non so.
Non ho paura, sono stranamente calmo. Sono solo stanco: e’ diverso quando a 24 anni si prepara uno zaino pronti a cambiare paese, lingua e amici. Diventa piu’ difficile quando si vede che la moto sarebbe pronta ad accompagnarti, ma dentro si iniziano a sentire i 30.

Ma mi adatto bene dappertutto. Vedremo.
Parlo col mio capo in inglese, con la mia studente in spagnolo, ascolto le voci attorno a me che parlano in Francese, mentre ogni tanto sento i miei e parlo in italiano.
Se mi chiedi in che lingua sogno, pero', non te lo so piu’ dire.

Tuesday 4 December 2007

Ho qualche idea, ma non il tempo di trascriverla....forse stasera riusciro' a modificare questo post mettendo quello vero.

Intanto potete dare un occhiata alla canzone che ha partorito il post che sara'.

Il video e la traduzione la trovate, come sempre, qua.